Schede

17 marzo 2011

Festa dell'Unità. Non quella. L'altra.

tricolore

17 marzo. Tutti a festeggiare!! Cosa? La Festa dell'Unità! No, non quella dei comunisti. Intendo i 150 anni dall'Unità d'Italia!! In realtà l'Italia 150 anni fa non era proprio unita. Mancava un pezzo: le terre del Papa, proprio in mezzo allo stivale. Lo Stato teocratico che da secoli andava in giro a convincere le Potenze europee ad intervenire quando sentiva minacciati i propri interessi. Quella specie di emirato fondamentalista retto da un ayatollah medioevale. Ma non fa niente. Oggi festeggiamo l'Unità. Ma perché proprio oggi? Il 17 marzo? Che ignorante che sono. Proviamo a chiederlo a chi dovrebbe guidare le nostre scelte politiche ed ideologiche. Maria De Filippi? No, i parlamentari...

Come non detto. Vabbé. Se tutti festeggiano oggi, vuol dire che il 17 marzo 1861 è nata l'Italia: è un fatto storico no? Se il 25 dicembre mezzo mondo festeggia la nascita di Gesù, chi sono io per dubitarne? Sì lo so: Wikipedia dice che 150 anni fa nacque il Regno D'Italia. Cioè Vittorio Emanuele II avrebbe invaso gli Stati preunitari, prendendosi quasi tutta la penisola, chiamando questo Piemonte allargato Regno D'Italia. E mantenne nel nome il numero ordinale "II", tanto per mettere le cose in chiaro. Ma tanto si sa che Wikipedia è scritta da persone qualunque, proprio come me. Puoi mai fidarti? E poi se fosse così, oggi staremmo celebrando la nascita di uno Stato monarchico, morto nel '46, e non l'Unità.

Intanto tipi come Lorenzo Del Boca, Pino Aprile, Giovanni Fasanella, Antonella Grippo, Giordano Bruno Guerri, Elena Bianchini Braglia, ed altri, continuano a blaterare dell'invasione del Sud, delle stragi e dei massacri, del saccheggio delle ricchezze del Regno borbonico, della deportazione degli impianti industriali al nord, delle leggi marziali che impedirono ogni attività economica, e costrinsero milioni di persone ad emigrare. Raccontano di uno Stato "unitario" che per 150 anni ha costantemente tenuto il Meridione in una condizione di inferiorità. Si lamentano di un'Unità mai realizzata. Se queste cose fossero vere in TV ne parlerebbero no? Non è concepibile che le più importanti personalità stiano solo difendendo un falso storico con retorica di propaganda. No non ci credo.

Oggi festeggiamo l'Unità. E va bene, ho capito. 150 anni fa Venezia, Trieste e Trento erano ancora governate dagli austriaci. Ma non possiamo sottilizzare. In fondo l'Unità "vera" la avemmo il 4 novembre del 1918. Ma resterebbe ancora la Corsica, che proprio i Savoia cedettero alla Francia poco prima che nascesse Napoleone. E poi Mussolini restituì un pezzo di Roma al Papa. E l'Istria, usurpata dai titini ormai è andata. Quindi l'Italia è unita o no?

Qua non si capisce più niente! Il nostro bel tricolore, che rappresenta valori illuministici, liberali, democratici, repubblicani, anticlericali, verrebbe sventolato per festeggiare l'impresa dei Savoia? E allora perché lo sventola pure il Papa, assieme ai cardinali e ai democristiani. E cosa celebreranno mai i fascisti, gli ex fascisti, e i monarchici, con quel tricolore? Boh? Già è tanto che con tutte queste bandiere nessuno mi abbia ancora chiesto: "Con chi gioca l'Italia?"

Fede alla Miss: ti do una mano


In una storia fatta di una serie infinita di balle a reti unificate, di continue ritrattazioni e fantasiose strategie da opporre alla Procura, di tentativi di corruzione all'anagrafe marocchina, quanto pensate fossero sincere le parole del buon Emilio Fede quando dichiarava (con proverbiale raffinatezza) di non conoscere la giovane Ruby? Neanche un po'. Infatti il TgLa7 ci regala il video del concorso di bellezza in cui l'arzillo direttore promise di dare una mano ad una povera sedicenne marocchina. Fu un'esplosione di generosità improvvisa? Magari dovuta ad una travolgente marea ormonale che, rinverdendo nell'anziano l'ebrezza dell'adolescenza, lo spinse ad offrire il proprio aiuto con tanto entusiasmo? Un fatto momentaneo? Sembra proprio di no. E non deve essere una novità per chi conosce il personaggio. Pare che Fede, piuttosto che limitarsi a curare la qualità dei servizi del suo TG, adori bazzicare nell'ambiente dei concorsi di bellezza: quale posto migliore per arruolare ninfette per il suo TG? Eccovi il video che dimostra come anche nell'edizione del 2010 Fede allungò le grinfie sulla vincitrice minorenne. Dopo poche settimane scoppia lo scandalo. E la Procura pensa che le future meteorine non fossero destinate solo alle previsioni del tempo: scampato pericolo per Giusy Buscemi.

10 marzo 2011

Il PD candida Morcone a sindaco di Napoli

Mario Morcone

Dopo il gran casino delle primarie per l'elezione del candidato a sindaco di Napoli, il PD cosa fa? Decide di rivolgersi ad un esponente "della società civile". Potrebbe scegliere un uomo probo, immacolato. Potrebbe scegliere di appoggiare De Magistris, che comunque entrò in politica come esponente della società civile. In tal modo potrebbe riunire il fronte della sinistra partenopea dopo i danni di Bassolino, e le sconfitte elettorali.

Potrebbe.

Ed invece tira fuori Mario Morcone, indagato assieme a Gianni Letta (sì Gianni, il compare di Berlusconi) per turbativa d'asta, truffa ed abuso d'ufficio. Uno capace di perle tipo: "non sono chiuso nè verso la sinistra nè verso il polo moderato". E ci mancherebbe altro: se non fossi caro ai moderati democattolici terzopolisti del PD, non staresti lì. Ed ancora: "De Mita sarà una delle prime telefonate che farò; mi sembra doveroso verso un uomo che ha rappresentato tanto nel nostro paese". Capito? De Mita! C'è da aggiungere altro? Ah sì: D'Alema in persona scenderà a Napoli per "battezzarlo". Sì, D'Alema va ancora in giro a parlare. E sembra che ci sia gente ad ascoltarlo. In fondo nessuno rappresenta meglio di lui il PD attuale.

Quasi nessuno. Ci sono quelli come Sergio D'Antoni che illuminano la scena politica con preziose analisi: "Le dichiarazioni di Luigi De Magistris appaiono deludenti e sbagliate. Lavorare contro l'unità delle forze di centrosinistra in questo momento significa indebolire l'unico fronte capace di battere la destra impedendole di prendere il controllo di Comune, Provincia e Regione". Caro Sergio: Provincia e Regione se li sono già prese. E proprio grazie al PD. Sveglia! E tu saresti il "responsabile dell'organizzazione e delle politiche del PD sul territorio"? Complimenti.

8 marzo 2011

L'8 marzo della banda Sallusti

Buon 8 marzo a tutte le donne dal vostro caro direttore Sallusti. Ma anche no. Abbiamo uno scoop che drena ogni residuo valore da questa ricorrenza. Eccolo (clicca per ingrandire):


"Nessun nome né casi specifici". Iniziamo bene. Però "le voci ci sono". Sono quei comunisti dei magistrati che hanno bisogno dei fatti. Per Il Giornale le voci bastano. E se non bastano le inventano. Se ne occupa prontamente Melania Rizzoli, consorte dell'ex editore più importante d'Italia prima che Berlusconi mettesse le zampe sulla Mondadori (a suon di mazzette). Sì, proprio quella che difese prontamente la battutaccia del suo idolo sui gay: l'omosessualità è una condizione "che la natura stessa, che mai sbaglia, tende a non far evolvere, a circoscrivere in una mino­ranza che non ha la possibilità di auto-riprodur­si". Infatti "l’evoluzione della specie, la scienza e il futuro prevedono" che "l'organo genitale [femminile] al mo­m­ento del concepimento si modifica e sosti­tuisce di fatto il ruolo e l’organo maschile". Partenogenesi. Anche per la donna. Gli omosessuali insomma sono contro natura. Sembra che la signora faccia il medico. Vaglielo a spiegare che la medicina è la più innaturale delle pratiche umane.
Per non parlare di quando attaccò la pillola Ru-486 descrivendo quello che prova una donna con "quel “coso” morto lì dentro che deve essere eliminato".

Ebbene, questo esimio medico "rispondendo a una domanda di Klaus Davi non ha escluso che ci possa­n­o essere parlamen­tari della sinistra elette dopo essersi concesse sessual­mente ai capi di par­tito". Adesso che abbiamo il "Cosa?" ed il "Perché?" mancano il "Chi?", "Dove?", "Quando?": le cinque W non sono di casa al Giornale. E quando lo sono non vengono certo accolte dalla Verità. In fondo Sallusti è degno allievo di Belpietro.

mimosaTutto questo per dire che l'8 marzo "è una commemorazio­ne inutile, che non aiuta a migliora­re la condizione del lavoro femmi­nile". Certo: ma serve a ricordare che c'è gente come lei, ed il suo amato capo, che lavora alacremente per peggiorarla. E che confonde la Festa della Donna col festino bunga bunga.

Intanto, voglio augurare a tutti, e non solo alle donne, un buon 8 marzo.

4 marzo 2011

Il piano F: la terapia di gruppo


Dopo i piani A, B, C, D ed E per difendersi dalla Procura, elencati da Alessandro Gilioli, ho il sospetto di aver capito quale sarà il piano F: era tutta una terapia psicologica di gruppo.

2 marzo 2011

Bondi e la depressione del kamikaze


Bondi si dimette; "in secondo luogo" perché ha incontrato difficoltà. Ma il motivo principale è perché non l'hanno sostenuto. Chi? I pasdaràn berlusconiani, quelli che immolano la propria faccia nella difesa quotidiana dell'indifendibile. Quelli che consumano le unghie sugli specchi pur di dimostrare al capo fedeltà incondizionata. Ecco quei kamikaze mediatici non si sono spesi con altrettanto zelo a difenderlo. Lui che in ogni occasione ha fatto da scudo al padrone con la sua reputazione. Ha avuto difficoltà, e Tremonti non gli ha dato i soldi per mantenere il suoi impegno (che dovrebbe essere almeno non demolire ciò che resta del nostro patrimonio). E nessuno l'ha difeso contro le ingiuste accuse della sinistra. Nessuno ha detto:"Poverino!! Che colpa ne ha lui se i soldi non ci sono?"

Un Ministro della Repubblica Italiana non si dimette perché ha sbagliato. Perché non è stato capace di tutelare la ricchezza culturale italiana. Perché il suo Governo non è in grado di trovare fondi sufficienti da investire nei tesori dell'arte nazionale. Perché non è stato all'altezza di sfruttare la più prestigiosa fonte di PIL che abbiamo. No. Il Ministro(!) si dimette perché non lo difendono. Perché il padrone non dedica campagne stampa a sua tutela. Perché in qualunque posto si reca non riceve altro che fischi e nessuno gli seleziona platee giovani e plaudenti, o gli offre schiere di zelanti poliziotti che tengano alla larga i "dissidenti".

Credo che in Italia più di questo non ci meritiamo.

Contro natura


"L'omosessualità è contro natura". Una frase molto popolare (assieme ad altre più colorite locuzioni) tra le fila dei cattolici conservatori leghisti neoceltici druido-vaticanofili cristiani. Una della ragioni con cui si cerca ancora oggi di opporsi al riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Ma cosa vuol dire contro natura?
Se si intende per "naturale" ciò che esisterebbe comunque anche senza l'intervento tecnologico dell'uomo, allora l'omosessualità è più che naturale.

Se invece con "naturale" si intendono le caratteristiche che, dopo millenni di storia evolutiva fisica, sociale e antropologica umana, sono state selezionate come ottimali alla conservazione della specie, allora forse hanno ragione: gli omosessuali sono contro natura. Sì, insomma, se escludessimo gli aspetti culturali ed intellettuali dell'uomo, e lo considerassimo un animale nel suo habitat, allora potremmo tracciarne un profilo "naturale".

Per qualche motivo non viviamo in branchi in cui un solo maschio alfa feconda tutte le donne che curano la prole in comunità, anche se abbiamo esemplari che tentano di contrastare questa realtà inserendo nel percorso evolutivo la variabile bunga-bunga. Le nostre femmine devono curare la prole per lungo tempo, ed hanno selezionato i maschi in funzione della loro capacità di aiutarle, materialmente, per molti anni. Quindi per ottimizzare la procreazione alla donna serve un uomo che sia capace di aiutarla a crescere i figli, e che non la abbandoni. Avremmo potuto darci alle orge come i bonobo e rendere i nostri sabato sera più divertenti, ma purtroppo la struttura familiare umana si è stabilizzata in modo da fare contento il Papa (e meno il Papi): un maschietto ed una femminuccia (che devono riprodursi) monogami (così curano la prole).

Quindi due uomini o due donne che vogliono mettere su famiglia sarebbero contro natura: non possono procreare. Ma anche una famiglia composta da un uomo ed una donna, di cui uno sterile, è contro natura. Ed anche un uomo che abbandona la propria moglie agisce contro natura. Anche un cieco è contro natura: verrebbe subito sbranato dal leone, che ha appena digerito il miope, mentre lo zoppo è lì a tentare un'inutile fuga. La selezione non perdona.

Per fortuna il nostro innaturale cervello ha partorito una serie di cosucce poco naturali che permettono allo zoppo di camminare, al miope di vedere, al cieco di evitare di trovarsi da solo nella savana, alla donna abbandonata di essere indipendente e chiedere gli alimenti al marito fedifrago, alle coppie sterili di procreare e agli ultrasettantenni di non sfigurare davanti ad un plotone di giovani ed attraenti esemplari di femmine da monta.

Quindi, a meno che non vogliamo vietare per legge ogni artificioso intervento umano nel corso naturale delle nostre esistenze, direi che negare agli omosessuali i diritti che ad altri sono concessi sia un discorso contro la logica (che è molto peggio di "contro natura"). In fondo poi contro natura lo siamo un po' tutti no?

1 marzo 2011

Groundhog Day


"Combattevamo Berlusconi come corruttore, prima che come tiranno; il berlusconismo come tutela paterna prima che come dittatura; non insistevamo sui lamenti per mancanza della libertà e per la violenza, ma rivolgemmo la nostra polemica contro gli italiani che non resistevano, che si lasciavano addomesticare."

"Il berlusconismo è il governo che si merita un'Italia di disoccupati e di parassiti ancora lontana dalle moderne forme di convivenza democratiche e liberali, e che per combatterlo bisogna lavorare per una rivoluzione integrale, dell'economia come delle coscienze."

"Egli non ha nulla di religioso, sdegna il problema come tale, non sopporta la lotta con il dubbio: ha bisogno di una fede per non doverci più pensare, per essere il braccio temporale di un'idea trascendente. Avrebbe potuto riuscire il duce di una Compagnia di Gesù, l'arma di un pontefice persecutore di eretici, con una sola idea in testa da ripetere e da far entrare «a suon di propaganda» nei «crani refrattari»."

"Il berlusconismo è [...] un risultato assai più grave del fascismo stesso perché ha confermato nel popolo l'abito cortigiano, lo scarso senso della propria responsabilità, il vezzo di attendere dal duce, dal domatore, dal deus ex machina la propria salvezza."
Non sono stralci da Il Fatto Quotidiano, esternazioni di Antonio Di Pietro o citazioni di Marco Travaglio. Sono le parole di Piero Gobetti, giornalista morto nel 1926 a soli 25 anni. Gobetti era un pensatore talmente brillante da spingere le sue analisi 80 anni nel futuro. A dispetto della sua giovane età, aveva già capito gli Italiani tanto da poter azzardare commenti sull'Italia del XXI secolo...

...adesso però provate a passare con il mouse sulle parole in grassetto (se state leggendo il post dai feed la cosa non funziona: andate sul blog). Ecco svelata la triste verità: non c'è nessuna premonizione! Non per togliere meriti a Gobetti, ma certo non possiamo pretendere da lui capacità divinatorie. Aveva già il suo bel da fare con i fascisti. E non gliele mandava certo a dire. Anzi. Quelle sono solo alcune delle sue accuse al regime così come citate da Wikiquote. Però attenzione: basta cambiare qualche parolina, e sono pronte ad essere pubblicate su Il Fatto Quotidiano di domani.

80 anni. Sono passati 80 anni. E Gobetti è ancora "sul pezzo". Perché la sua lotta è attuale. Perché ancora attuale è la situazione che si trovò ad affrontare negli anni '20. Perché dopo 80 anni gli Italiani fanno ancora le stesse cazzate. Mi sembra di stare in quel vecchio film con Bill Murray, in cui i giorni si ripetono sempre uguali. Murray però riuscì ad imparare qualcosa dai suoi ripetitivi errori, e ruppe l'incantesimo. E noi invece? Ne saremo mai capaci?