Schede

1 marzo 2011

Groundhog Day


"Combattevamo Berlusconi come corruttore, prima che come tiranno; il berlusconismo come tutela paterna prima che come dittatura; non insistevamo sui lamenti per mancanza della libertà e per la violenza, ma rivolgemmo la nostra polemica contro gli italiani che non resistevano, che si lasciavano addomesticare."

"Il berlusconismo è il governo che si merita un'Italia di disoccupati e di parassiti ancora lontana dalle moderne forme di convivenza democratiche e liberali, e che per combatterlo bisogna lavorare per una rivoluzione integrale, dell'economia come delle coscienze."

"Egli non ha nulla di religioso, sdegna il problema come tale, non sopporta la lotta con il dubbio: ha bisogno di una fede per non doverci più pensare, per essere il braccio temporale di un'idea trascendente. Avrebbe potuto riuscire il duce di una Compagnia di Gesù, l'arma di un pontefice persecutore di eretici, con una sola idea in testa da ripetere e da far entrare «a suon di propaganda» nei «crani refrattari»."

"Il berlusconismo è [...] un risultato assai più grave del fascismo stesso perché ha confermato nel popolo l'abito cortigiano, lo scarso senso della propria responsabilità, il vezzo di attendere dal duce, dal domatore, dal deus ex machina la propria salvezza."
Non sono stralci da Il Fatto Quotidiano, esternazioni di Antonio Di Pietro o citazioni di Marco Travaglio. Sono le parole di Piero Gobetti, giornalista morto nel 1926 a soli 25 anni. Gobetti era un pensatore talmente brillante da spingere le sue analisi 80 anni nel futuro. A dispetto della sua giovane età, aveva già capito gli Italiani tanto da poter azzardare commenti sull'Italia del XXI secolo...

...adesso però provate a passare con il mouse sulle parole in grassetto (se state leggendo il post dai feed la cosa non funziona: andate sul blog). Ecco svelata la triste verità: non c'è nessuna premonizione! Non per togliere meriti a Gobetti, ma certo non possiamo pretendere da lui capacità divinatorie. Aveva già il suo bel da fare con i fascisti. E non gliele mandava certo a dire. Anzi. Quelle sono solo alcune delle sue accuse al regime così come citate da Wikiquote. Però attenzione: basta cambiare qualche parolina, e sono pronte ad essere pubblicate su Il Fatto Quotidiano di domani.

80 anni. Sono passati 80 anni. E Gobetti è ancora "sul pezzo". Perché la sua lotta è attuale. Perché ancora attuale è la situazione che si trovò ad affrontare negli anni '20. Perché dopo 80 anni gli Italiani fanno ancora le stesse cazzate. Mi sembra di stare in quel vecchio film con Bill Murray, in cui i giorni si ripetono sempre uguali. Murray però riuscì ad imparare qualcosa dai suoi ripetitivi errori, e ruppe l'incantesimo. E noi invece? Ne saremo mai capaci?

2 commenti:

  1. Credo che il problema non sia non avere anche oggi intellettuali come Gobetti che fanno giuste analisi politiche, ma il non avere la gente di quel periodo che oggi caccerebbe B. a calci. E' stato abbassato il livello di vergogna e indignazione, per cui siamo incapaci di reagire e prendiamo per naturali situazioni straordinarie. Poi siamo affetti dalla sindrome di Calimero, più lui fa il martire più i deficienti lo compatiscono e ripetono come i pappagalli i suoi slogan.

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  2. Non credo di essere d'accordo. Sono convinto che oggi come allora gli Italiani non sono in grado di cacciare a calci il Benito Berlusconi di turno. Nonostante i Gobetti, i Gramsci, i Salvemini, il fascismo incontrò entusiasmo ed approvazione. Ed oggi, nonostante i giornalisti preparati, e le informazioni disponibili in rete sulla vera faccia di Berlusconi, il berlusconismo permea la nostra società.
    Credo sia un problema sociale e culturale che non è mai stato affrontato nei 150 anni di storia dello Stato Unitario. E non vedo al momento nessuno che abbia intenzione di cominciare.

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